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Omaggio ad Andrea Zanzotto

Pubblicato: ottobre 18, 2011 in A Latere
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C’entra poco, con questo blog dedicato ad metodo classico trentino, la notizia della morte di Andrea Zanzotto, avvenuta oggi. C’entra poco almeno apparentemente. Il vino e, lasciatemelo dire, ancor di più lo spumante metodo classico, posseggono qualcosa che li accomuna alla poesia: la leggerezza aerea ed eterea, della parola e del perlage, che induce all’intuizione profonda dell’infinito. Leggerezza e profondità, ecco il senso della poesia. E anche il senso più profondo di una coppa di metodo classico. Andrea Zanzotto è stato un grande intellettuale e poeta del Novecento e mi mancherà. Su questo blog posto una sua poesia in veneto. La compose per il Casanova di Fellini a metà degli anni Settanta. E sono anche i versi che me lo hanno fatto conoscere la prima volta. Per questo mi piace riproporla qui. Ciao Andrea.

 
Vera figura, vera natura,

slansada in ragi come ’n’aurora

che tuti quanti te ne inamora:

aàh Venessia aàh Regina aàh Venusia

to fia xé ’l vento, siroco e bora

che svegia sgrisoli de vita eterna,

signora d’oro che ne governa

aàh Venessia aàh Venegia aàh Venusia

Testa santissima, piera e diamante,

boca che parla, rece che sente,

mente che pensa divinamente

aàh Venessia aàh Regina aàh Venusia

par sposa e mare, mora e comare,

sorela e nora, fiola e madona,

ónzete, smólete, sbrindola in su

nu par ti, ti par nu

aàh Venessia aàh Venòca aàh Venessia

Metéghe i feri, metéghe i pai,

butéghe in gola ‘l vin a bocai,

incononàla de bon e de megio;

la xé imbriagona, la xé magnona,

ma chissà dopo ma chissà dopo

cossa che la dona!

Mona ciavona, cula cagona,

baba catàba, vecia spussona,

Toco de banda, toco de gnoca,

Squinsia e barona, niora e comare,

sorela e nona, fiola e madona,

nu te ordinemo, in sùor e in laòr,

che su ti sboci a chi te sa tòr.

Filò. Per il Casanova di Fellini,
con una lettera e cinque disegni di Federico Fellini -
trascrizione in italiano di Tiziano Rizzo,
Edizioni del Ruzante, Venezia 1976

in vino la verità è rubino
sgorga stilla tra filari di vita
si fa sangue a rosseggiare il tempo
in vino il sogno è paglierino
paesaggio ondoso d’ erbe e fiori
alchimia complessa degli umori
in vino danza l’ alba rosata
spumeggiante di mare e dolce incanto
dove galleggia la leggerezza il pianto
in vino si stempera la terra
e il vento di scirocco trova asilo
le stelle in trasparente velo
si tuffano pensose un po’ ritrose
per risplendere luce in un bicchiere
per farsi bollicine di sorriso
ironico e giocondo in ogni viso …

L’ultimo brindisi

Pubblicato: marzo 10, 2011 in A Latere, Parole d'autore
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Sono in treno, sto smanettando con il portatile. Accanto a me due ragazze (più che altro due signore: avranno la mia età, sebbene mi sembrino più figlie che coetanee. Ma questo dipende solo da me e dalla mia barba). Quella con i capelli corti, bassina ma carina, ha gli occhi infossati. Glieli ho visti prima quando per un attimo si è tolta gli occhiali da sole. Deve aver pianto a lungo, stanotte o stamattina. Sta raccontando all’amica, che sembra una tosta, di adultèri subiti e di amori traditi. Le confida anche di essersi ubriacata, stanotte. Per provare a lenire il senso di naufragio che la stava annegando. Per fortuna, a volte, il vino serve anche a questo: e non solo a capire fino in fondo il mistero delle stelle. Io le ascolto, mentre fingo di lavorare. Mi piace spiare  nel mistero ingarbugliato delle vite degli altri. Poi mi viene in mente una poesia di Anna Achmatova, grande poeta – non amava essere chiamata poetessa – del Novecento russo. Ne faccio subito un post, mentre continuo a raccogliere in segreto la tristezza di questa donna tradita che mi siede accanto.

 

L’ultimo brindisi

Bevo alla casa devastata,
alla mia cattiva vita,
alla solitudine in due
e a te; alla menzogna
delle labbra che mi tradirono,
al morto gelo degli occhi,
al mondo sguaiato e crudele
al Dio che non ci ha salvati.

A. Achmatova