Archivio per novembre, 2005

Si vive meglio in Veneto o in Trentino? L’esito del recente referendum di Lamon (la piccola comunità del bellunese che vorrebbe passare armi e bagagli al Trentino), appassiona sempre più. Sia a nord che a sud di Borghetto. Ieri su Verona Fedele, settimanale della diocesi scaligera, un bel reportage firmato da Lucia Vesentini, propone un nuovo punto di vista. Quello dei sindaci e degli imprenditori che lavorano a cavallo fra il Trentino e il Veneto, in quella che da qualche anno è conosciuta come la Terra dei Forti. Interviste al sindaco di Avio, Amadori, a quello di Dolce, Luca Manzelli, e a un vignaiolo di origine trentina che però, in controtendenza, ha deciso di investire in Veneto e in Friuli, Albino Armani.
«È vero – attacca Amadori – che il Trentino gode di una fiscalità differente che garantisce che i 9/10 delle entrate vengano ridistribuite in Provincia. Però non bisogna dimenticare che maggiori finanziamenti da gestire significano anche maggiori ambiti di competenza per l’amministrazione locale”. E conclude “non bisogna fare l’errore di ritenere che Lamon desideri passare al Trentino solo per una questione di agevolazioni economiche. L’impressione che abbiamo noi è che Lamon vorrebbe passare dall’altra parte perché probabilmente è poco considerato in Veneto rispetto a località affini, molto valorizzate, che fanno riferimento al Trentino. Ci sembra che il Veneto sia più attento alla pianura rispetto alla montagna mentre il Trentino riserva a questi una forte attenzione. Nelle realtà di confine inoltre bisogna ricordare che gioca un ruolo molto forte la componente culturale. È indubbio che Lamon si senta molto più trentino che veneto”.
Gli fa eco il sindaco di Dolcè: “È riduttivo porre la questione su un piano economico. Esistono delle affinità culturali, storiche e sociali che legano quella zona della provincia bellunese al Trentino”. Dal punto di vista di Dolcè, comunque, il Trentino non è visto come una tentazione: “ci mancherebbe – conclude Manzelli –. Culturalmente siamo veneti e rimaniamo tali. Abbiamo poi un ottimo rapporto con i Comuni del Trentino che ci stanno vicino. Un esempio lo si vede da come si lavora nel settore del vino con un consorzio di tutela, quello della Terra dei Forti”.
Infine la voce di un imprenditore trentino, con interessi in Veneto e in Friuli, Albino Armani: “il Trentino storicamente ha fatto la scelta di promuovere il valore mutualistico. Ne hanno beneficiato in modo evidente le realtà cooperativistiche che hanno avuto uno sviluppo molto forte e che anche oggi possono usufruire di forti finanziamenti. Per quanto invece riguarda il singolo imprenditore, le cose cambiano. Ottenere finanziamenti e agevolazioni non è così facile come per le cooperative, e nel mio caso specifico posso dire che al momento dei lavori per le cantine di Dolcè e di Sequals, Veneto e Friuli hanno concesso dei finanziamenti notevoli. A differenza di Trento”.

Casa del vino: non solo Vallagarina. L’idea l’ha buttata li ieri pomeriggio a margine del convegno di Isera, l’assessore provinciale Tiziano Mellarini. Insomma l’idea dell’ambasciata del territorio lanciata qualche anno fa dal presidente del consorzio, il marchese Carlo Guerrieri Gonzaga – padre dei blasonatissimi San Leonardo e del più recente ma altrettanto prestigioso Villa Gresti -, piace così tanto che ormai è stata sposata anche dai vertici dell’amministrazione trentina. La casa del vino di Isera, insomma, potrebbe diventare nel prossimo futuro un ambasciata per l’immagine eno – gastronomica di tutto Trentino. Mellarini ci crede: “perché qui non portiamo anche le mele della Valle di Non o la carne di qualità degli allevamenti trentini o i formaggi d’alpeggio delle nostre malghe? Mi sembra che gli spazi per mettere in campo un’iniziativa come questa ci siano. E soprattutto c’è il contesto e l’ambientazione giusta affinchè Isera, con il suo splendido palazzo, possa diventare un punto di riferimento per l’eno-gastronomia made in Trentino”. Del resto che sulla Casa del vino la Provincia ci abbia fatto qualche pensierino anche in questo senso, lo dimostrano i finanziamenti, circa 30 mila euro, che quest’anno sono arrivati a palazzo de Probizer per sostenere le attività di comunicazione e di formazione messe in campo dal consorzio. E anche i programmi per l’immediato futuro: “insieme al Comune – ha aggiunto Mellarini – stiamo lavorando su un progetto di sistemazione dell’area esterna del palazzo che potrebbe essere affidato ad un grande nome dell’architettura internazionale d’ambiente. Isera è una delle porte del Trentino, per la sua collocazione geografica e per la sua tradizione enologica. Quello che è stato fatto in questi anni a palazzo de Probizer può diventare un patrimonio e una risorsa importante per tutto il Trentino”.